(Questa è una veduta dal LAC di Lugano, verso il lago. Non c’entra niente con gli argomenti di questa newsletter, ma mi è parso molto bella.)
Scrivo queste righe in treno e: ho dimenticato le cuffie del telefono. Sto sentendo, mio malgrado, tutta la vita di una ragazza: la sta raccontando al telefono a diverse persone. E nonostante le gallerie aiutino a non farla parlare, il miglioramento della tecnologia è notevole e il suo telefono prende davvero bene, in quasi ogni angolo della nostra tratta. In pratica avrei potuto ascoltarmi in streaming chissà quante ore di podcast, se solo avessi avuto dietro le mie cuffie.
E a proposito di streaming: forse sto lentamente – molto lentamente, ma è una mia caratteristica – iniziando a mettere a fuoco cosa mi dà fastidio del cambiamento e dei nuovi modi di pensare i podcast che ci sono oggi. Un dato inequivocabile e neutro è che fino a qualche anno fa i podcast dovevi andarteli a prendere: non erano il medium più diffuso e conosciuto, e soltanto lә iniziatә sapevano cosa fare. Le enclave non mi sono mai – mai, mai, mai – piaciute, ma è indubbio che la maggior parte delle persone che ti trovavano erano più risolute nel rimanere ad ascoltarti.
È una cosa che mi è venuta senza rifletterci più di tanto, la possibilità che sia una stronzata è concreta, non aver paura a dirmelo.
Quando giro per strada ascolto sempre dei podcast. Vivo a Milano e da un certo punto di vista ho finito per fondere la città e l’atto d’ascolto in un gesto unico: al punto tale che ogni volta che ascolto un podcast in un posto diverso, mi sento fuori luogo. E vale anche per Mestre, che è una città che conosco molto bene e dove invece nella mia memoria sono codificati altri gesti, altri movimenti, altri ascolti. Vale anche per te?
Cose che ho fatto, e che puoi sentire
Un’altra stagione di podcast per Segni New Generation Festival, assieme a quella splendida splendidissima di Valentina De Poli. Per ascoltarli devi iscriverti al loro portale ma è gratis, e poi Segni fa delle cose fighissime, ti conviene seguirlә.
A Organizzazione per Negati ho avuto un momento d’imboressamento per colpa degli aerosol. Giuro.
È tornato Limit Break, di cui curo pigramente la post-produzione (pigramente perché gli Ascone Brothers son bravissimi da soli).
Il consiglio più artistico del mazzo
Ce lo dà Andrea Musso, che è un illustratore bravissimo (se hai letto uno dei libri del Gatto Killer lo sai, ma lo sai anche se segui il suo profilo): lui dice che dovremmo ascoltare Rider nella notte, di Diego Cajelli, con le illustrazioni di Ale Giorgini.